lunedì 14 novembre 2016

NOVENA MARIA IMMACOLATA

Con Maria Immacolata, figlia prediletta del Padre

riscoprire ed assumere quotidianamente la nostra identità filiale
[1]
Novena dell’Immacolata 29 novembre-7 dicembre 2016
 
Introduzione
L’articolo 44 delle Costituzioni ci ricorda che «Maria, madre di Dio e della Chiesa è attivamente presente nella nostra vita e nella storia dell’Istituto. Fidandoci della parola di don Bosco: “È Maria che ci guida”, coltiveremo per lei un amore riconoscente e filiale e ci impegneremo a trasmetterlo alle giovani e i giovani». Durante questa novena, vogliamo metterci alla scuola di Maria, Figlia prediletta del Padre per imparare da lei la filialità e assumere la nostra identità filiale nella vita quotidiana. 


(Seguiremo un percorso scandito in tre tappe, suggerite possibilmente per il momento mariano della nostra preghiera del mattino.[2] Ogni tappa, a sua volta, è articolata in tre momenti che ci permettono di riflettere, pregare e impegnarci.
È auspicabile riprendere l’impegno durante l’esame di coscienza della sera in modo da verificare quotidianamente il percorso. Si consiglia, se possibile, di leggere nella sua integralità il contributo ispiratore della novena, offerto in allegato.
Ogni comunità potrà cercare anche un tempo opportuno per una condivisione comunitaria sulla tematica della novena.
L’introduzione, suggerita all’inizio di ogni tappa, può essere letta e commentata alla buona notte del giorno prima).

Prima tappa: Contempliamo Maria specchio della nostra identità filiale
(Il testo potrebbe servire per motivare il cammino di questa tappa ed essere letto alla Buona notte del giorno precedente)

A conclusione dell’Enciclica “Deus caritas est”, Benedetto XVI invita la Chiesa a guardare Maria, madre del Signore come “specchio di ogni santità”. Parafrasando il Pontefice, durante questa novena, vogliamo confrontarci con Maria, contemplandola quale specchio della nostra identità filiale.
L’identità si costruisce nell’interazione con l’altro e costituisce il presupposto di ogni rapporto fecondo. Da questa prospettiva, affermare che Maria è lo specchio della nostra identità è un invito a rispecchiarci in lei per riconoscerci, ritrovarci come cristiani e riprodurre nell’oggi i suoi tratti filiali. Per noi Figlie di Maria Ausiliatrice è una chiamata a confrontarci con lei in quanto figlie, sorelle e madri. Filialità, fraternità/sororità e maternità sono tre dimensioni tipicamente relazionali che rimandano essenzialmente alla nostra identità carismatica a servizio delle giovani generazioni. Si tratta in fondo di prendere profondamente coscienza e di assumere la nostra esistenza e vocazione filiale con tutte le sue implicanze.

29 novembre

Per riscoprire (potrebbe servire come introduzione all’Angelus durante la novena)

Con Maria e come Maria riconosciamoci figlie e figli del Padre

Come “figlia prediletta”, Maria invita la persona umana ad accogliere la paternità di Dio e di conseguenza a riconoscere la propria identità filiale. In questo senso, invocare Dio come Padre è ritrovarsi come persona creata a immagine del Figlio e ricreata in Lui come figlia del Padre. Ciò implica la capacità di «vivere sentimenti di dipendenza, di gratitudine, di obbedienza. Essere figlio non è altro che la risposta gioiosa e piena di amore a un Amore che ci precede».
La filialità della giovane donna di Nazareth, offre a noi la capacità di rispondere nella libertà della fede all’appello divino. Maria, come «donna libera e responsabile nel rispondere prontamente al momento dell’annunciazione, rivela la vocazione ultima della persona umana: la comunione dialogante e amante con Dio Padre, per mezzo del Figlio nello Spirito».
Inoltre, la sua esperienza filiale fa riscoprire a ogni persona la sua identità di creatura redenta da Cristo nella gratuità totale. In questo modo, Ella, la nuova figlia di Sion, la piena di grazia, costituisce per l’umanità un esempio di persona pienamente compiuta perché ricreata. Pertanto, Maria riconsegna all’umanità la creazione, sia come spazio di vita da custodire e non da abusare, sia come luogo di lode a Dio e di servizio ai fratelli.
Breve momento di silenzio
Per pregare
Contempliamo il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio con il saluto dell’Angelo alla vergine Maria specchio della nostra identità filiale:

Preghiera dell’Angelus recitata o cantata a scelta

A Maria, figlia prediletta del Padre, affidiamo il nostro impegno di assumere la nostra identità filiale nel quotidiano.

Preghiera di Affidamento (per tutti i giorni della novena)

Vergine Immacolata  Ausiliatrice,
A Te, Figlia prediletta del Padre,
Madre di Gesù e Madre Nostra,
ci affidiamo con fiducia e amore filiale.

Tu Immacolata, Tutta Bella!
Ti contempliamo Maria specchio della nostra identità filiale.
Suscita in noi, un rinnovato impegno per assumere
le esigenze della nostra identità filiale.
Con te e come te ci riconosciamo figlie del Padre.
Insegnaci a vivere la fraternità
Valorizzando il legame con tutte le creature.

Tu Immacolata, Tutta pura!
In te riscopriamo la fecondità della vita filiale.
Vergine, discepola del Figlio, alla tua scuola
rinnoviamo la nostra consacrazione al Signore;
aiutaci  a vivere la radicalità dei consigli evangelici
per essere come te testimoni della vita filiale.

Tu Immacolata, piena di grazia!
In Te contempliamo l’icona materna della vita filiale.
Fa che assumiamo la maternità come dono e compito
per essere grembo che custodisce la vita,
casa ospitale e accogliente per i giovani,
per le sorelle e per tutte le persone che incrociamo sul cammino della vita.

Tu Immacolata, Ausiliatrice!
In te troviamo la Maestra e la guida.
Aiutaci a interiorizzare quei tratti filiali
Che ci spingono ad essere perseveranti nella preghiera,
intensificando la nostra comunione con il Padre
e ci aprono a Cristo presente nei fratelli e in ogni altra realtà.

Tu Immacolata e Madre,
Educatrice di Gesù e dei cristiani.
Ci mettiamo alla tua scuola per lasciarsi educare
e imparare ad educare alla vita di preghiera, alla comunione e al servizio
per essere il riflesso del tuo volto filiale
nelle comunità educanti, nella Famiglia Salesiana,
nella Chiesa e nella società.
Amen

Per vivere
Oggi, cercherò un momento durante la giornata per ripensare alla paternità di Dio, per ringraziare il Padre del dono di essere stata scelta fin all’eternità ad essere figlia nel Figlio.

30 novembre

Per riscoprire (potrebbe servire come introduzione all’Angelus durante la novena)

Con Maria e come Maria, assumiamo la fraternità
Come figli dello stesso Padre, formiamo un’unica famiglia. La filialità è, dunque, il presupposto e il fondamento della relazione fraterna perché non si può essere sorella/fratello senza essere figlia o figlio. Ciò implica la capacità di superare le barriere per vivere in forma credibile l’amore e la solidarietà fraterna.
In questo modo la filialità di Maria, come quella di Gesù, coinvolge tutta la vita, non come una realtà a parte, ma come il modo più umano e più religioso di vivere la vita. Pertanto, Maria come prima sorella ci insegna ad assumere la fraternità come dono e compito. Da lei si può imparare ad essere sorella e fratello capaci di creare, pur con fatica, il vero clima di famiglia dove ciascuno cerca di accogliere sempre l’altro con rispetto, stima e comprensione, in atteggiamento di dialogo aperto e familiare, di benevolenza, di vera e fraterna amicizia. Con Lei si può edificare una famiglia che valorizza quanto ciascuno dona e gli consente di dare il meglio di sé per costruire giorno dopo giorno la casa-comunione.
Breve momento di silenzio

Per pregare (potrebbe servire come introduzione all’angelus durante la novena)
Contempliamo il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio con il saluto dell’Angelo alla Vergine, Maria, specchio della nostra identità filiale:

Preghiera dell’Angelus recitata o cantata, a scelta

A Maria figlia prediletta del Padre, affidiamo il nostro impegno di assumere la nostra identità filiale nel quotidiano.

Preghiera di Affidamento (del primo giorno)

Per vivere
In un momento di preghiera personale, rievoco la mia esperienza di vita fraterna, ringrazio il Padre per tutte le persone che mi ha dato come sorelle e fratelli, prego per coloro con cui faccio fatica a vivere la fraternità. Cerco oggi di compiere un gesto che traduce il mio impegno di assumere come Maria la fraternità nel quotidiano.


1 dicembre

Per riscoprire (potrebbe servire come introduzione all’Angelus durante la novena)

Con Maria e come Maria madre del Figlio, impariamo la maternità

Nella prospettiva filiale, Maternità e filialità sono realtà talmente collegate da consentirci di affermare che Maria è figlia per divenire madre e, divenendo madre, realizza compiutamente la sua filialità
Le parole di Gesù sulla croce: “Donna, ecco tuo figlio!”, e al discepolo: “Ecco tua madre!”, vengono a confermare la singolarità e l’universalità di questa maternità decisamente nuova in quanto passa da una maternità fisica ad una maternità spirituale. Gesù sulla croce sembra invitare sua madre addolorata a deporre il dolore per riscoprire la sua maternità più autentica, la sua capacità di amore. È un invito a vivere la vocazione materna come una risorsa per proteggere, custodire, rigenerare e far rifiorire la vita dove prevale la morte. Maria sotto la croce, in ascolto del Figlio, impara la maternità ospitale e rigenerativa.
Da lei si può apprendere ad essere spazio accogliente per i giovani; si può apprendere la maternità ferita dalle sofferenze del nostro mondo, ma generante perché accolta con amore. Ella è madre perché genera la nostra identità di figlia, sorella e madre e ci invita ad accogliere come lei la maternità come dono.
Breve momento di silenzio

Per pregare (potrebbe servire come introduzione all’angelus durante la novena)

Contempliamo il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio con il saluto dell’Angelo alla vergine Maria, specchio della nostra identità filiale:

Preghiera dell’Angelus recitata o cantata a scelta

A Maria figlia prediletta del Padre, affidiamo il nostro impegno di assumere la nostra identità filiale nel quotidiano.

Preghiera di Affidamento (del primo giorno)

Per vivere
Oggi alla scuola di Maria sotto la Croce, farò della mia giornata uno spazio accogliente per i giovani, le sorelle e tutte le persone che incrocerò sul mio cammino.


Seconda tappa: Con Maria riscopriamo la fecondità della vita filiale

(Questa introduzione potrebbe servire per motivare il cammino di questa tappa e potrebbe essere letta alla Buona notte del giorno precedente)

La sorella o il fratello, che trova in Maria la sorella maggiore per vivere il discepolato alla sequela di Cristo, la segue vivendo i suoi stessi sentimenti per collaborare a costruire insieme la famiglia del Figlio suo.  Ella mostra in tal modo la fecondità della vita filiale, il fatto cioè che la vita filiale non è la pura accoglienza passiva di un dono di grazia del tutto estraneo alla persona, ma è lo sbocciare sovrabbondante della grazia nel sempre rinnovato “eccomi” del figlio dinanzi al Padre».
Se ancora oggi le difficoltà relazionali continuano ad essere il problema maggiore delle famiglie, delle comunità di vita consacrata, delle convivenze sociali, è segno che siamo ancora lontani dall’incarnare la realtà filiale. Per questo, occorre avere il coraggio di una sana e realistica verifica e l’audacia della ricerca di strategie adeguate per migliorare la situazione. La strada è chiara per chi non accetta la sterilità e decide di vivere la fecondità di madre/padre. Maria di Nazareth, donna di relazioni feconde, ci insegna la via della maternità feconda.
Breve momento di silenzio
2 dicembre
Per riscoprire (potrebbe servire come introduzione all’Angelus durante la novena)

Con Maria alla scuola del figlio riscopriamo il senso profondo del discepolato

Nella relazione così coinvolgente, appresa da Maria figlia, sorella e madre, si può trovare il senso profondo dei consigli evangelici e imparare da lei, prima discepola, ad abbandonarsi nella fede all’amore esclusivo del Padre alla sequela del Figlio. Maria, infatti, è certa che Dio Padre l’ha pensata con amore dall’eternità; ciò suscita in lei quella fiducia/abbandono filiale che le consente di rispondere «sì» all’annuncio dell’Angelo. La povertà/piccolezza è accolta e vissuta con serenità perché proprio nel suo essere povero, ella scopre il motivo della predilezione del Padre e per questo risponde con sentimenti di lode, di gratitudine e di amore.
Breve momento di silenzio

Per pregare (potrebbe servire come introduzione all’angelus durante la novena)
Contempliamo il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio con il saluto dell’Angelo alla vergine, Maria icona materna della vita  filiale:

Preghiera dell’Angelus recitata o cantata a scelta

A Maria figlia prediletta del Padre, affidiamo il nostro impegno di assumere la nostra identità filiale nel quotidiano.

Preghiera di Affidamento (del primo giorno)

Per vivere
Oggi alla scuola di Maria discepola del Figlio, rinnoviamo la nostra consacrazione al Signore e ci impegniamo a vivere nell’umiltà “l’eccomi!” e il “vado io!”.

3 dicembre
Per riscoprire (potrebbe servire come introduzione all’Angelus durante la novena)

Contempliamo Maria come madre che accoglie e si fa accogliere dal figlio

La consegna del discepolo a Maria e di Maria al discepolo aiuta a capire il valore della maternità/filialità come dono, e il potere dell’accoglienza reciproca. Secondo Ronchi, il principio mariologico dice che il criterio dell’accoglienza entra nella struttura stessa dell’esperienza cristiana: «a quanti l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio» (Gv 1,12).
Queste annotazioni stimolano ad accogliere Maria come madre e come dice Ronchi, accoglierla con il discepolo per ritrovare la nostra identità: «Il discepolo la prese con sé, tra i suoi beni preziosi. Evento che orienta ogni discepolo. Giovanni stabilisce il paradigma del nostro atteggiamento verso Maria. Non si tratta per Maria di ricevere protezione e ospitalità in casa dei discepoli: è lei che viene come ricchezza in deposito nelle case, come identità nella tua ricerca d’identità. Prendila tra le cose che ti dicono chi sei, lei è la tua definizione; prendila tra le cose più tue. Tu sei come Maria, persona annunciata; sei come Maria, casa di Dio; sei come Maria credente gioiosa; sei come lei, datore di vino e di gioia; sei come lei maternità ferita e generante; sei come lei, madre di Cristo e madre di infiniti figli. Tua identità. Maria è madre perché dice e genera la tua identità di credente».
Breve momento di silenzio

Per pregare (potrebbe servire come introduzione all’angelus durante la novena)
Contempliamo il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio con il saluto dell’Angelo alla vergine Maria icona materna della vita  filiale:

Preghiera dell’Angelus recitata o cantata a scelta

A Maria figlia prediletta del Padre, affidiamo il nostro impegno di assumere la nostra identità filiale nel quotidiano.
Preghiera di Affidamento (del primo giorno)

Per vivere
Oggi faccio l’esercizio di accogliere Maria come Giovanni. Imparo da Lei ad essere Madre per tutte le persone che incontrerò durante la giornata.

4 dicembre

Per riscoprire (potrebbe servire come introduzione all’Angelus durante la novena)

Essere il riflesso del volto filiale di Maria
Essere il riflesso del volto filiale di Maria è essere testimone della sua vita filiale. Il credente che si impegna ad essere riflesso del volto filiale di Maria quale “figlia prediletta”, è una persona interiormente unificata non da se stessa, ma dalla potenza dello Spirito. È capace di vivere in profonda comunione con il Padre facendo della sua volontà l’unica gloria. In questo senso, la persona unificata non si sente mai sola e smarita, perché si sa figlia, mai abbandonata né rigettata, anzi scelta e benedetta dal Padre fin dalla creazione del mondo. «Da qui scaturisce il vivo sentimento della provvidenza del Padre, che ha cura di tutti i suoi figli (cf Mt 6,25-34; 1Pt 5,6) chiamandoli secondo il suo disegno alla gloria (cf Rm 8,28-30)».
In questo senso, la via mariana della testimonianza è quella del dono totale di sé associandosi nell’offerta del Figlio fino alla croce. Ai piedi della croce Maria insegna la forza e il coraggio di chi non ha avuto sconti sul prezzo della sofferenza. Insegna come si vive il tempo della croce, come si sta ai piedi delle infinite croci dove Cristo è ancora crocifisso nei suoi fratelli. Il credente che viene educato alla testimonianza filiale secondo la via mariana, raggiunge la consapevolezza che il «Signore proteggerà sempre i suoi figli, ma non dalla sofferenza, bensì nella sofferenza. Come ha protetto Gesù il suo figlio non dalla morte, ma nella morte». Questa convinzione alimentata dai sacramenti, specialmente dall’Eucaristia, “pane dei figli”, abiliterà il credente ad affrontare la vita con serenità.
Breve momento di silenzio
Per pregare (potrebbe servire come introduzione all’angelus durante la novena)
Contempliamo il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio con il saluto dell’Angelo alla vergine Maria icona materna della vita  filiale:

Preghiera dell’Angelus recitata o cantata a scelta

A Maria figlia prediletta del Padre, affidiamo il nostro impegno di assumere la nostra identità filiale nel quotidiano.
Preghiera di Affidamento (del primo giorno)

Per vivere
Oggi, ci impegniamo a essere il riflesso della bontà materna di Maria nel dono totale di noi stessi e nell’accogliere le difficoltà, associandoci all’offerta di Gesù sulla croce.

Terza tappa: Con Maria educarci ed educare alla vita filiale
(Questa introduzione potrebbe servire per motivare il cammino di questa tappa e potrebbe essere letta alla Buona notte del giorno precedente)

Nella prospettiva filiale, essere il riflesso della filialità mariana è assumerne i tratti filiali, riprodurli nella vita personale e collaborare così a generarli nella vita delle giovani generazioni attraverso l’educazione. Quali sono i tratti della vita filiale da educare? Questi tratti sono ben  riconoscibili intorno alle tre dimensioni della vita cristiana: diakonia, koinonia e martyria. Di conseguenza, preghiera, servizio, comunione e testimonianza fino al martirio sono convergenti in quest’unica opera: rendersi disponibili allo Spirito per poter rivestirsi del Figlio, rispondendo sì all’appello del Padre.
Per questo, educarci ed educare alla vita filiale implica educare alla relazionalità come asse trasversale che diventa preghiera nella relazione con Dio, comunione, servizio e testimonianza fino al martirio nella relazione con l’altro.  Durante questa ultima tappa della nostra novena, ci mettiamo alla scuola di Maria per lasciarci educare, in modo da poter educare i giovani alla vita filiale.

5 dicembre

Per riscoprire (potrebbe servire come introduzione all’Angelus durante la novena)

Con Maria educarci ed educare alla preghiera come respiro della vita filiale
Educarci ed educare alla preghiera come respiro della vita filiale è un riappropriarsi e rafforzare l’identità filiale, cioè riscoprire il valore della paternità/maternità nel processo di crescita della persona. Quindi, la preghiera è un modo di essere, è la capacità di pronunciare, da una parte, una parola di fede: “io credo in te”; dall’altra, è ascoltare una parola generatrice: “Tu sei il mio Figlio”. Si tratta di un dialogo che fa emergere l’alterità nella realtà più profonda e si apre, pertanto, alla fiducia reciproca. In questa dinamica, la preghiera si fa affidamento e forza rigeneratrice dell’altro, perché diventare figlio o figlia in senso pieno non è solo gridare “Abba, Padre”, ma anche dire “Padre nostro”.  
Educarci ed educare alla preghiera, nella prospettiva filiale, è aprirsi alla ricchezza della relazionalità con l’Altro (Dio uno e trino) e con gli altri (persone e tutto il creato). Maria, persona relazionale, invita all’apertura al Trascendente e al rispetto dell’altro. Come prima discepola del Figlio, assume la sua preghiera e diventa anche lei maestra di preghiera. Dall’annunciazione alla visitazione, da Cana al Golgota, dalla Pasqua alla Pentecoste, rivela la sua perseveranza nella preghiera. La sua esperienza è una chiamata per gli educatori ad accompagnare le giovani generazioni a fare un’esperienza profonda di Dio per essere, a loro volta, riflesso luminoso di filialità.

Per pregare (potrebbe servire come introduzione all’angelus durante la novena)
Contempliamo il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio con il saluto dell’Angelo alla vergine, Maria educatrice della vita filiale:

Preghiera dell’Angelus recitata o cantata a scelta

A Maria figlia prediletta del Padre, affidiamo il nostro impegno di assumere la nostra identità filiale nel quotidiano.
Preghiera di Affidamento (del primo giorno)

Per vivere
Oggi, ci impegniamo ad essere “perseveranti nella preghiera con Maria e come Maria per intensificare la nostra comunione con il Padre e aprirci a Cristo presente nei fratelli e in ogni altra realtà” (Cost art 37).

6 dicembre

Per riscoprire (potrebbe servire come introduzione all’Angelus durante la novena)

Con Maria educarci ed educare alla relazione
L’impegno di educarci ed educare alla relazione deve diventare comunione dei figli (koinonia). Colui che è figlio viene costantemente conformato nello Spirito a colui che è il primogenito tra molti fratelli (cf Rm 8,29). L’unione al Figlio cresce unitamente e proporzionalmente all’unione con gli altri figli. Ciò significa che non solo la relazione con Dio consente la comunione con i fratelli, ma anche l’amore reciproco permette al rapporto che l’uomo instaura con Dio di essere autenticamente filiale.
Maria ha vissuto pienamente questa reciprocità di rapporti. Come persona essenzialmente relazionale a Dio e al prossimo, invita gli educatori a formare alla solidarietà e all’amore. Ciò implica la necessità di rompere barriere e steccati per creare ponti e collegamenti, lavorare in rete, comunicare con gli altri. Come persona comunionale, Maria spinge alla solidarietà con tutti. Come Madre, partecipa pienamente al sogno tanto caro al Figlio di promuovere l’unità tra i credenti (cf Gv 17, 10.20). Dinanzi a tutte le difficoltà che impediscono di raggiungere la pace nel mondo, di creare comunione e collaborazione nelle società, nelle famiglie e nelle nostre comunità, Maria educa a non indietreggiare, a non scoraggiarsi, a credere ogni giorno nel progetto di comunione che il Padre ha su ciascun membro della Chiesa.
Breve momento di silenzio

Per pregare (potrebbe servire come introduzione all’angelus durante la novena)
Contempliamo il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio con il saluto dell’Angelo alla vergine, Maria educatrice della vita filiale:

Preghiera dell’Angelus recitata o cantata a scelta

A Maria figlia prediletta del Padre, affidiamo il nostro impegno di assumere la nostra identità filiale nel quotidiano.
Preghiera di Affidamento (del primo giorno)

Per vivere
Identifico in me: le risorse che mi aiutino a vivere la comunione e gli ostacoli più frequenti che mi impediscono di vivere una relazione serena. Scelgo un piccolo impegno che mi aiuta a diventare come Maria, donna di comunione.

7 dicembre
Con Maria educarci ed educare al servizio
Secondo le parole stesse del Figlio, il servizio è la nota dominante del suo essere nel mondo, è la modalità secondo la quale vive la sua filialità: «io sto in mezzo a voi come colui che serve» (Lc 22,27; cf Mt 20,28; Gv 1,1-20).  Quindi, educarci ed educare al servizio nella prospettiva filiale, va oltre il volontariato sporadico o la solidarietà filantropica in alcune occasioni. Si tratta di un’educazione che abilita la persona a farsi prossimo, come Gesù ci insegna nella parabola del buon samaritano, cioè ad essere attenti a superare la fretta dell’attivismo legalista per accorgersi dell’altro che è sul nostro cammino e che invoca aiuto; lasciarsi prendere dalla compassione e averne cura. L’intensità del servizio filiale assume la connotazione dell’amore di Cristo, dove il “fino alla fine” va inteso non solo come perseveranza temporale bensì come totalità, irrevocabilità e gratuità del dono di sé.
Maria ha assunto fino in fondo questo stile di servizio filiale. In questo tempo di globalizzazione, Lei ci educa e ci chiama ad educare i giovani a fermare e sconfiggere le solidarietà di morte per promuovere una vita all’insegna del servizio dei fratelli e sorelle. La persona che segue Cristo nel servizio dell’educazione è talmente disponibile e aperta al progetto del Padre che diventa sua collaboratrice come Maria nel dono totale, irrevocabile e gratuito, di sé unendosi al Figlio nell’opera di salvezza dell’umanità.
Breve momento di silenzio
Per pregare (potrebbe servire come introduzione all’angelus durante la novena)
Contempliamo il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio con il saluto dell’Angelo alla vergine, Maria educatrice della vita filiale:

Preghiera dell’Angelus recitata o cantata a scelta

A Maria figlia prediletta del Padre, affidiamo il nostro impegno di assumere la nostra identità filiale nel quotidiano.

Per vivere
Oggi mi rendo disponibile per servire chiunque abbia bisogno del mio aiuto. Non andrò a letto senza aver offerto il mio servizio a qualcuno.
Preghiera di Affidamento (del primo giorno)

8  dicembre: Solennità dell’Immacolata concezione

Introduzione all’Angelus

Nel cammino santo dell’Avvento, la Chiesa ci fa venerare Maria, Figlia prediletta del Padre, come Colei che, per grazia, non è stata intaccata dal male. L’Immacolata diventa per noi segno di sicura speranza e ci testimonia che il male non avrà l’ultima parola.
Madre Mazzarello esortava: “Ci avviciniamo alla festa dell’Immacolata. La nostra Regola vuole che la celebriamo con gran solennità. Ma oltre a questo deve essere una delle più belle feste per noi, che siamo figlie di Maria”.
Accogliendo questa esortazione di Madre Mazzarello, celebriamo la solennità dell’Immacolata Concezione riconoscendoci immensamente grati nei confronti della Vergine Madre che, per il suo “Sì” incondizionato, ci ha aperto il passaggio alla Salvezza.
Da Lei impariamo a vivere la filialità e a dire con prontezza e generosità il nostro “Eccomi!” al Signore in ogni momento della nostra vita.

Angelus cantato
A Maria figlia prediletta del Padre, affidiamo il nostro impegno di assumere la nostra identità filiale nel quotidiano.
Preghiera di Affidamento (del primo giorno)




[1] Preparata da Marta Séïde (cf Martha Séïde, Per una generazione filiale. La via mariana dell’educazione, in Farina Marcella-Siboldi Rosangela-Spiga Maria Teresa, Filialità. Percorsi di riflessione e di ricerca, Città del Vaticano, LEV 2014, 312-331).

[2] Le comunità che celebrano la novena con la comunità educante, cercherà il momento più opportuno e adatterà il contenuto in modo che anche i ragazzi abbiano l’opportunità di riflettere e pregare sul tema della filialità tipica della vita cristiana.

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