venerdì 29 aprile 2016

Catechesi mariane di Giovanni Paolo II

22."IMMACOLATA: REDENTA PER PRESERVAZIONE"

Mercoledì, 5 giugno 1996

1. La dottrina della perfetta santità di Maria fin dal primo istante del suo concepimento ha trovato
qualche resistenza in Occidente, e ciò in considerazione delle affermazioni di san Paolo sul peccato
originale e sulla universalità del peccato, riprese ed esposte con particolare vigore da sant’Agostino.
Il grande dottore della Chiesa si rendeva senz’altro conto che la condizione di Maria, madre di un
Figlio completamente santo, esigeva una purezza totale ed una santità straordinaria. Per questo,
nella controversia con Pelagio, ribadiva che la santità di Maria costituisce un dono eccezionale di
grazia, ed affermava in proposito: "Facciamo eccezione per la Santa Vergine Maria, di cui, per
l’onore del Signore, voglio che in nessun modo si parli quando si tratta di peccati: non sappiamo
forse perché le è stata conferita una grazia più grande in vista di vincere completamente il peccato,
lei che ha meritato di concepire e di partorire Colui che manifestamente non ebbe alcun peccato?"

sabato 23 aprile 2016

Affidamento 7. Donaci la certezza della tua protezione


«O Maria Ausiliatrice, rendici fedeli alla nostra vocazione
e donaci la certezza della tua protezione
in ogni circostanza della vita e al momento della morte».



Nella sua bontà infinita, Dio Padre ci ha scelte fin dal grembo materno (Sal 138, 13-14; Ger 1,5) per diventare «Spose di Gesù Crocifisso e Figlie di Maria Ausiliatrice». Questa chiamata, questa elezione, è un dono gratuito da parte di Dio, al quale possiamo rispondere degnamente soltanto donando pienamente e senza pentimenti noi stesse. All’amore si può rispondere solo con l’amore! E, a pensarci bene, anche la capacità di rispondere al dono con un dono, è dono di Dio: tutto ciò che abbiamo e che siamo, infatti, viene da Lui! Ce lo dice chiaramente la Parola di Dio, quando, nella seconda lettera di Pietro, ci invita a riconoscere che la potenza divina «ci ha fatto dono di ogni bene per quanto riguarda la vita e la pietà, mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua gloria e potenza» (2Pt 3-4). Proprio perché abbiamo ricevuto questi doni, possiamo impegnarci ad «aggiungere alla fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno la carità» (5-7) e rendere così sempre più sicura la nostra vocazione e la nostra elezione: «se farete questo non inciamperete mai. Così infatti vi sarà ampiamente aperto l'ingresso nel regno eterno del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo» (10-11).

Catechesi mariane di Giovanni Paolo II

21. "L’IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA"

Mercoledì, 29 maggio 1996

1. Nella riflessione dottrinale della Chiesa di Oriente, l’espressione "piena di grazia", come abbiamo
visto nelle precedenti catechesi, fu interpretata, sin dal VI secolo, nel senso di una singolare santità
che investe Maria in tutta la sua esistenza. Ella inaugura così la nuova creazione. Accanto al
racconto lucano dell’Annunciazione, la Tradizione ed il Magistero hanno indicato nel cosiddetto
Protovangelo (Gen 3,15) una fonte scritturale della verità dell’Immacolata Concezione di Maria.

venerdì 15 aprile 2016

Catechesi mariane di Giovanni Paolo II

20. "LA PERFETTA SANTITA’ DI MARIA"

Mercoledì, 15 maggio 1996

1. In Maria, "piena di grazia", la Chiesa ha riconosciuto "la tutta santa e immune da ogni macchia di
peccato", "adornata fin dal primo istante della sua concezione dagli splendori di una santità del tutto
singolare" (LG 56). Questo riconoscimento ha richiesto un lungo itinerario di riflessione dottrinale,
che ha portato infine alla proclamazione solenne del dogma dell’Immacolata Concezione.
L’appellativo "resa piena di grazia", rivolto dall’angelo a Maria nell’Annunciazione, accenna
all’eccezionale favore divino concesso alla giovane di Nazaret in vista della maternità annunciata,

venerdì 8 aprile 2016

Catechesi mariane di Giovanni Paolo II

19. "LA NUOVA FIGLIA DI SION"

Mercoledì, 1º maggio 1996

1. Al momento dell’Annunciazione, Maria, "eccelsa figlia di Sion" (LG 55), viene salutata
dall’angelo come la rappresentante dell’umanità, chiamata a dare il proprio consenso
all’Incarnazione del Figlio di Dio. La prima parola che l’angelo le rivolge è un invito alla gioia:
chaire, cioè "rallegrati". Il termine greco è stato tradotto in latino con "Ave", una semplice
espressione di saluto, che non sembra corrispondere pienamente alle intenzioni del divino
messaggero e al contesto in cui l’incontro si svolge. Certo, chaire era anche una formula di saluto,
usata spesso dai Greci, ma le circostanze straordinarie in cui viene qui pronunciata esulano dal
clima di un incontro abituale. Non dobbiamo, infatti, dimenticare che l’angelo è consapevole di

domenica 3 aprile 2016

Ed Ella concepì per opera dello Spirito Santo

Annunciazione del Signore

Con quanto amore avrà pregato i salmi Maria?

Con quanto amore avrà lasciato risuonare in sè, notte e giorno, le promesse dei profeti?

Con quanto amore avrà fatto risalire continuamente dal cuore la memoria delle opere di misericordia compiute da Dio per il suo Popolo? Le vicende dei patriarchi, dell'esodo e dei re d'Israele... restando sempre vigile nell'attesa della venuta del Messia!

In quelle molte parole, stava già nascosta l'unica Parola, il Figlio di Dio, che al momento del suo consenso all'annuncio dell'Angelo, nel suo grembo vergine, tutto aperto e disponibilie, prese carne per opera dello Spirito Santo.

L'azione dello Spirito, il dito della mano di Dio, fece in modo che quella Parola potesse affondare radici nel suo ventre e, come ogni germoglio d'uomo, potesse iniziare a nutrirsi di lei, della sua vita, del suo amore, del suo sì...

venerdì 1 aprile 2016

Catechesi mariane di Giovanni Paolo II

17. "LA FIGLIA DI SION"

Mercoledì, 24 aprile 1996 

1. La Bibbia usa spesso l’espressione "figlia di Sion", per indicare gli abitanti della città di
Gerusalemme, della quale il monte Sion costituisce la parte storicamente e religiosamente più
significativa (cf. Mi 4,10-13; Sof 3,14-18; Zc 2,14; 9,9-10). Questa personalizzazione al femminile
rende più agevole l’interpretazione sponsale delle relazioni d’amore tra Dio e Israele, indicato
spesso con i termini di "fidanzata" o di "sposa". La storia della salvezza è la storia dell’amore di
Dio, ma spesso anche dell’infedeltà dell’essere umano. La Parola del Signore rimprovera sovente la
sposa-popolo che infrange l’alleanza nuziale stabilita con Dio: "Come una donna è infedele al suo
amante, così voi, casa di Israele, siete stati infedeli a me" (Ger 3,20), e invita i figli d’Israele ad